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2012-05-15/11:11:17 Completo Visitato: 1877
Il nostro vero obiettivo coincide con il nostro dono
DETTAGLI:

Molto spesso, nelle sessioni di MentalPhisio Coachig individuale, vengono da me persone per risolvere un problema e poi insieme scopriamo che quello era in realtà solo un “segnale”, un “messaggio”.

Il nostro corpo e le nostre emozioni comunicano continuamente con noi, sono i nostri consiglieri, i nostri personali maestri, vogliono esclusivamente la nostra felicità. Quale messaggio ci stanno trasmettendo?

Se ci mettiamo in ascolto, liberi da ogni condizionamento esterno, siamo in grado di individuare la causa reale del nostro disagio e riscoprire noi stessi alla ricerca della nostra personale gioia di vivere. Ritrovare noi stessi, accostarci al nostro dono, intraprendere una strada di consapevolezza totalmente nuova, avrà effetti inaspettati sul nostro benessere fisico, mentale e spirituale.

 

Immersi nei problemi di tutti i giorni ci siamo dimenticati del valore che abbiamo, del dono ricevuto e del motivo vero per cui siamo qui.

 

Credere di aver perso non deve condizionarci: se vuoi, puoi!

Vincere non è il frutto del caso: Kambia il tuo pensiero, Kambia la tua vita!

 

Già prima di nascere abbiamo tutto a nostra disposizione, non ci manca nulla, siamo pienamente centrati su noi stessi. Nei nove mesi che precedono il parto siamo circondati dall’abbondanza.

 

Finalmente veniamo al mondo per portare il nostro personale contributo ma, con il tempo, ci dimentichiamo di noi stessi e tendiamo a cambiare la nostra natura per far felice chi ci ama e sta intorno a noi, ci insegnano a non credere più nella nostra natura e nelle nostre potenzialità.

 

Siamo costretti a credere che la nostra felicità dipende esclusivamente da qualcosa che è fuori di noi, qualcosa che costituisce un pensiero che non è il nostro, ad esempio del padre, della madre, degli amici, degli insegnanti di scuola.

 

Imparare dagli errori degli altri è fondamentale, ci aiuta a non ripeterli, ma è sempre vero?

Ciò che per un altro può essere un errore, per noi si può trasformare in una grande opportunità.

 

La risposta è sempre dentro di noi e il nostro corpo, le nostre emozioni, ci aiutano a capire se ciò che stiamo pensando è autenticamente il meglio per noi.

 

Il nostro vero obiettivo coincide con il nostro dono, con le capacità che abbiamo, con la nostra potenzialità di compiere un'azione, di pensare, di comportarci in un certo modo.

 

Un giorno ci rendiamo conto che non possiamo continuare ad avere lo stesso atteggiamento nei confronti della vita, perché quello che era vero ieri, oggi non è più valido.

 

Sono sempre disposto ad ascoltare e a fare tesoro di quello che mi viene detto ma non mi pongo limiti, non ho nessuna preclusione rispetto al nuovo.

 

Invece di cercare altrove, senza arrivare da nessuna parte, sento di dover tornare alle origini, riscoprire la natura, comprendo che tutto quello di cui ho bisogno è dentro di me.

 

Raggiungere una meta dopo l'altra non mi ha dato la felicità che speravo, non ho vissuto il percorso, l'ho subìto.

 

Noi non siamo solo quello che abbiamo e quello che riusciamo a realizzare, questa è solo una piccolissima parte di noi, la parte più facilmente visibile agli altri, soprattutto a chi non riesce a soffermarsi sull'infinità del nostro mondo interiore.

 

Se ci identifichiamo solo con le cose che abbiamo, finiamo per credere che più cose abbiamo, più saremo persone forti e di valore: ma il tempo ci dimostra che non è esattamente così.

 

Se siamo esclusivamente ciò che abbiamo e improvvisamente tutto scompare, cosa ne sarà di noi?

 

Se il successo che sentiamo di aver raggiunto è collegato esclusivamente al consenso degli altri, ai soldi che abbiamo sul conto in banca, al potere fittizio di poter comprare qualunque cosa o persona, potremmo un giorno scoprire che l'amore riflesso non era amore vero e ci sentiremo soli; scopriamo che, chi si stringeva a noi era legato solo alle cose che facevano parte della nostra vita.

 

Siamo venuti al mondo per creare qualcosa di grande, senza entrare in competizione con gli altri, ma in sintonia con noi stessi e in unione con la Sorgente di tutte le cose.

 

Se ci sentiamo separati dalle persone con cui veniamo in contatto, nella presunzione di essere superiore a loro, prima o poi scopriremo la solitudine nel nostro mondo interiore e la separazione da Dio.

 

Se un uomo è separato dalla Sorgente, è separato da tutto, anche da se stesso e quindi, qualunque cosa faccia o abbia, avrà sempre sete di altro e proverà inconsciamente un costante senso di insoddisfazione profonda.

 

In realtà, anche se non ci è sempre chiaro, siamo già collegati spiritualmente a tutto ciò che ci manca e che vorremmo avere. La difficoltà vera risiede nel come noi siamo disposti ad accettare questa connessione, a lasciar andare l'accanimento consapevoli del fatto che non siamo soli, per scoprire infine il modo in cui le cose arrivano senza sforzo.

 

Lasciamo che la porta della curiosità si apra davanti ai nostri occhi, consentiamoci di vivere privi di sensi di colpa, cambiamo il nostro atteggiamento nei confronti della vita. Non abbiamo bisogno di conferme esterne, riscopriamo le nostre potenzialità, ciò che già è in noi.

 

La vita è come un quadro che cambia ogni giorno.

 

Quando ci lasciamo andare e seguiamo ciò che abbiamo dentro, ne riscopriremo il senso, il nostro corpo risveglia le proprie energie, le emozioni che proviamo sono orientate al Ben-Essere.

 

Se non proviamo il senso di paura mentre lo facciamo, ci sentiremo bene, motivati, disponibili alla scoperta, vogliosi di vivere intensamente l'attimo presente.

 

Se viviamo allineati al nostro scopo, tutto cambia, le cose sembrano arrivare da sole, l'Universo si coalizza per la nostra realizzazione interiore.

 

Il nostro scopo ci darà da vivere, avremo tutto quello di cui abbiamo bisogno: ciò che ci serve “misteriosamente” compare al momento giusto.

 Non stiamo parlando di sopravvivenza, ma di abbondanza. 

Scopriremo il valore di ciò che già abbiamo e ci renderemo conto, per la prima volta, di non averlo mai visto prima.

 

Vivere secondo il nostro scopo ci farà sentire felici, come non ci siamo mai sentiti prima.

 

Quando siamo pronti per il salto, l'Universo ci aiuterà a raggiungere questo nuovo stato di consapevolezza, mettendo pesantemente in dubbio le cose in cui avevamo creduto fino a quel momento, ponendoci di fronte ad una nuova realtà, togliendoci quello di cui non abbiamo più bisogno, per risvegliarci a nuova vita.

 

È un momento del passaggio e ce ne rendiamo conto per la sua intensità, l'intensità con cui le nostre emozioni si materializzano nella vitalità del nostro corpo fisico.

 

Questo momento di passaggio è spesso preceduto da una fase di confusione e da frequenti capovolgimenti emotivi: abbiamo raggiunto il fondo, possiamo riemergere e spingerci oltre oppure tentare inutilmente di proseguire sulla strada intrapresa precedentemente.

 

I momenti difficili non arrivano a caso, ma ad un punto ben determinato della nostra vita, quando siamo pronti alla svolta, al salto quantico.

 

Non ostiniamoci nella speranza di poter avere tutto sotto il nostro controllo, facciamoci trasportare dalla bellezza della vita, per sentire dentro di noi scorrere la vita.

 

Non vale la pena di morire tenendoci dentro la nostra musica, non arriviamo al traguardo finale per voltarci indietro nel rimpianto di non averci neanche provato.

 

Quando siamo pronti alla svolta e andiamo incontro al nostro scopo superiore non c'è più sforzo, tutto collabora con noi e per noi.

 

Ed allora vale la pena chiedersi se le cose più importanti, quelle a cui oggi teniamo di più, sono il frutto della nostra volontà o solo la proiezione del volere di qualcun altro, convinzioni che ci sono state inculcate, ma non ci appartengono.

 

Noi attiriamo quello che siamo e siamo quello in cui crediamo. Se le nostre convinzioni non ci stanno aiutando siamo noi che dobbiamo aiutarci per cambiarle.

 

Quando seguiamo il nostro scopo, la nostra vera natura, facciamo qualcosa per noi stessi e non solo per far contento qualcun altro, per essere accettati o diventare famosi ma solo per la nostra piena soddisfazione e il nostro benessere interiore.

 

Non è egoismo ma centratura.

 

Non è distacco ma condivisione.

 

Non è essere succubi ma donare.

 

Non ho bisogno di sentirmi amato ma di amare.

 

Se questo avviene, il nostro corpo e le nostre emozioni parleranno una lingua diversa, la nostra felicità diventerà contagiosa e anche chi è vicino a noi ne trarrà i suoi benefici effetti.

 

Ascolto il mio corpo, mi fido di me stesso, mi affido agli Angeli, sono quello che sento, non complico le cose ma le semplifico.

 

È sufficiente mettersi in ascolto e la musica arriva … la musica è dentro ognuno di noi.

 

Buona giornata e Straordinaria vita

 

Eugenio MonSan


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